The Inner Side, Mr. Mahler, Partenze: i vincitori del REFF 2018

Le inquietudini, i tormenti, la sofferenza, ma anche gli affetti – innanzitutto quelli familiari – come irrinunciabile baluardo contro il male di vivere. Temi ricorrenti che sembrano legare fra loro, come un fil rouge che attraversa mezza Europa, i migliori cortometraggi presentati in concorso alla prima edizione del REFF – React Short Film Festival. La manifestazione, che si è svolta a Catanzaro fra il 28 e il 30 giugno 2018, ci ha permesso infatti di apprezzare un ventaglio di lavori sorprendenti: sia dal punto di vista tecnico, sia per la loro capacità di sprigionare in pochi minuti una straordinaria tensione emotiva. Basti pensare a State of Emergency, produzione francese del regista tedesco Tarek Roehlinger (premio per la miglior fotografia), con un’incalzante messa in scena volta a trasmettere la paranoia del terrorismo in uno scenario urbano; allo scenario post-apocalittico dipinto con impressionante forza visiva in Ugly, stupefacente corto d’animazione del regista russo Nikita Diakur (premio per il miglior cortometraggio animato); o – in una chiave più ‘brillante’ – a Cubeman dell’ungherese Linda Dombrovszky (premio per i migliori costumi), che adopera il linguaggio di un umorismo stralunato per esprimere il senso di vuoto e di malinconia della tarda età.

Ed è stato un altro cineasta ungherese, il trentaduenne Dániel Reich, ad aggiudicarsi il riconoscimento per il miglior cortometraggio narrativo grazie a The Inner Side: un’opera in cui la realtà viene rimodellata secondo la visione soggettiva del protagonista, Domi, un ragazzo autistico prigioniero di un inviolabile mutismo, che si è sottratto all’atmosfera di violenza dell’ambiente familiare rifugiandosi in un “mondo interiore” costituito dalle pagine dei libri di cui si circonda. Un affascinante corto circuito fra la dimensione del reale e quella della psiche, che Reich ci restituisce attraverso la forza evocativa e visionaria delle immagini, riuscendo a raccontare la malattia da una prospettiva ‘interna’; e in filigrana, è possibile cogliere un interessante sottotesto metaforico sul desiderio di libertà e sul bisogno di comunicazione dell’individuo.

Un altro titolo che ha conquistato la giuria, ottenendo il premio per la miglior regia, è The Peculiar Abilities of Mr. Mahler, firmato dal tedesco Paul Philipp: un mini-film magnifico e raggelante, ambientato nella Germania Est durante l’ultimo capitolo della Guerra Fredda. In poco meno di mezz’ora, Philipp costruisce una serrata detective story in cui il personaggio del titolo, investigatore per conto della polizia, si confronta con i genitori di Henry Kiefer, un bambino di sei anni scomparso in circostanze misteriose due settimane prima; e il faccia a faccia fra Mr. Mahler e la famiglia Kiefer farà emergere angoscianti ipotesi sulla sorte del piccolo Henry. Con suggestioni dalla narrativa di Friedrich Dürrenmatt inserite in una cornice plumbea e minacciosa, The Peculiar Abilities of Mr. Mahler recupera i codici del poliziesco in un racconto che ribalta costantemente le attese e le certezze dello spettatore: un noir vorticoso in cui i continui cambi di prospettiva, fino al twist conclusivo, sono in realtà funzionali a dipingere il conflitto ideologico e morale fra i personaggi… un conflitto in cui si riflette la lacerante divisione di un intero paese.

Si intitola invece Partenze l’altro cortometraggio approdato sul podio delle preferenze della giuria, nonché il migliore fra tutti i lavori italiani proiettati al REFF quest’anno. Opera prima del ventunenne Nicolas Morganti Patrignani, Partenze ha ricevuto i riconoscimenti per le interpretazioni dei veterani Giorgio Colangeli e Valeria Cavalli, protagonisti nei ruoli di due coniugi messi di fronte alla scelta più difficile della propria esistenza. Se il nucleo narrativo del corto è identificabile nell’eutanasia, Partenze riesce però a trascendere questo aspetto per assumere uno sguardo ben più ampio: uno sguardo rivolto alla “cognizione del dolore”, all’ineluttabilità della separazione e al valore salvifico della memoria. Ed è appunto la memoria, in un implicito ‘dialogo’ fra passato e presente, a veicolare i momenti più emozionanti di questo splendido esordio, che ha il merito di esplorare gli abissi del sentimento con sincerità e delicatezza.

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