Sulla città balneare di Cannes, nella Francia meridionale, i riflettori si sono riaccesi martedì 14 Maggio! Uno dei festival cinematografici più importanti e antichi d’Europa è ripartito con la 72° edizione e per 12 giorni sarà la vetrina del grande cinema del presente, del futuro e del passato.

Saranno molti i titoli che sfileranno lungo Montée des Marches, la passerella che permette l’ingresso alla principale sala di proiezione, molti dei quali attesissimi anche dal grande pubblico, tra questi C’era una volta a… Hollywood di Quentin Tarantino, Matthias et Maxime di Xavier Dolan, Dolor y gloria di Pedro Almodóvar, per citarne alcuni. All’indomani della proiezione francese, sarà il film di Almodóvar il primo di quelli in concorso visibile in sala già da venerdì 17 maggio.

Al Festival di Cannes le grandi storie si susseguiranno in lungometraggi e cortometraggi provenienti da ogni angolo del mondo, giudicati da giurie differenti, ma con l’intento di premiare l’opera nella sua effettiva realizzazione in rispetto della tecnica, dell’innovazione, dell’arte e della creatività.

In linea con la tradizione del Festival, la nomina del regista messicano Alejandro González Iñárritu, quale presidente di giuria per i lungometraggi, crea molte attese ed aspettative. Accanto a lui, nella rosa delle nove star eterogenee, rappresenterà l’Italia la regista e sceneggiatrice Alice Rohrwacher, che proprio a Cannes lo scorso anno vinse il premio per la miglior sceneggiatura con Lazzaro Felice.

È differente, ma ugualmente eclettica, la giuria per la sezione Cinéfondation e cortometraggi presieduta dalla regista e sceneggiatrice francese Claire Denis. Da sempre impegnata nello studio della condizione umana, sulle tensioni interculturali e i conflitti familiari, la sua scelta è in linea con l’idea del festival di riflettere e sostenere la creatività dei nuovi talenti. Dal 2011 la sezione Cannes Court Métrages riscopre la dimensione del corto come espressione di un cinema del futuro, attraverso l’innovazione dei linguaggi contemporanei. È dunque la sezione che guarda agli anni a venire, accendendo i riflettori su maestranze ed espressioni candidate a divenire icone del cinema.

11 sono i cortometraggi in concorso dei 4240 titoli presentati. Si tratta di 9 lavori di fiction, 1 documentario e 1 animazione:

  • All Inclusive di Teemu Nikki (Finlandia)
  • And Then the Bear di Agnès Patron (Francia)
  • Anna di Dekel Berenson (Ucraina, Israele, Gran Bretagna)
  • Monster God (Monstruo Dios) di Agustina San Martín (Argentina)
  • The Distance Between Us and the Sky di Vasilis Kekatos (Grecia, Francia)
  • The Jump di Vanessa Dumont e Nicolas Davenel (Francia)
  • The Nap (La siesta) di Federico Luis Tachella (Argentina)
  • The Van di Erenik Beqiri (Albania, Francia)
  • White Echo di Chloë Sevigny (Stati Uniti)
  • Who Talks (Ingen lyssnar) di Elin Övergaard (Svezia)

Cinéfondation ha inoltre selezionato 17 film dalle oltre 2mila proposte arrivate da scuole di tutto il mondo. Comprendono 14 live-action e 3 animazioni, tra cui l’opera dell’italiano Antonio Messana, Rosso – La vera storia falsa del pescatore Clemente, realizzata dalla scuola francese La Fémis, che racconta una nuova storia di integrazione dall’accento strettamente siciliano.

Rimaniamo in attesa di scoprire a chi andranno i premi Cinéfondation e Cannes Court Métrage 2019, intanto godiamoci la carrellata di chiacchieratissime anteprime e conferenze stampa, senza dimenticare che il Festival di Cannes è un vicino di casa al quale, dall’Italia, non è impossibile arrivare. Il cinema da sempre apre le porte alle nuove generazioni capaci di mostrare, attraverso il proprio sguardo, il rispetto per l’arte e le conflittualità del mondo. La visione reale della bellezza e del tessuto sociale vissuti e percepiti da ogni individuo, si sintetizzano nell’espressione di Henri Bergson: “La comunicazione avviene quando, oltre al messaggio, passa anche un supplemento di anima.”

Alessia Papaluca

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